martedì 29 settembre 2015

Sulle Orme di Marte

Pubblicato nel vecchio Blog il: 03.09.2015 18:57
Con quanta facilità è possibile ritrovare dei marzialisti (dicasi di personaggi alquanto simpatici che affermano di praticare arti marziali, ecc) da bar dello sport, soprattutto coloro che prediligono la valenza sportiva delle arti marziali/ sport da combattimento, affermare a pieni polmoni frasi siffatte: “Arti marziali, arti del dio marte, quindi della guerra”? Per subito dopo aggiungere: “Se non ti meni o fai sparring o fai gare, non pratichi arti marziali!”(di solito, nelle versioni feisbucchiane, vanno aggiunte una notevole quantità di punti esclamativi e maiuscole a go go, così per “menare” un po’ la nobile lingua del sommo poeta). Si tanta assolutistica convinzione può anche apparire veritiera ai profani e tra coloro, poveri di studio e  spirito di ricerca, ma soffermiamoci proprio su questa qualunquista affermazione, ed analizziamo mettendo in evidenza come, per l’ennesima volta, gli assolutismi e le verità che ne pretendono tale caratteristica non siano se non del tutto, almeno in parte, errate e quindi siano verità non vere (un po’ come questo blog, dove la verità è menzogna, ricordate?).
Marte dio della guerra, è una semplice affermazione la quale di per sé appare veritiera e nota a tutti, il problema, signori miei, è che esporre la verità vuol dire anche cercare di mostrarla (e non necessariamente dimostrarla) in tutte le sue angolazioni, o per meglio dire: sotto tutti i punti di vista, poiché una cosa è tale se resta coerente a se stessa per un determinato tempo/spazio, quindi Marte dio della guerra è una proposizione giusta, ma incompleta e questo forse è anche colpa dell’uomo stesso e della sua semplicistica capacità di accontentarsi con ciò che ritiene facilmente sufficiente.
Il Marte romano è ben diverso dalla sua controparte greca Ares, nonché venga ad esso associato/assimilato. Là dove Ares è, fin dai suoi origini, pura forza distruttiva: signore assetato ed insaziabile di sangue e fragore, di rissa ed assassinio (ricordiamo l’epiteto di Miaiphonos, colui che è machiato di sangue e Brotoloigos, il distruttore di uomini) Il Dio Marte ne acquisisce tali caratteristiche soltanto in un periodo assai tardo: il I secolo a.C. prima di allora possiamo riconoscere in Marte attributi ben più benevoli, pur essendo sempre e comunque collegato con le arti belliche: E’ signore del tuono, della pioggia, nonché protettore dalle calamità agricole, in questo ambito ci viene mostrato un Marte più vicino a compiti di fertilità  della natura e non a caso egli è anche il dio della primavera.
 Ora se pensiamo alla primavera, di primo acchito non ci verrebbe mai in mente di pensare ad attività “violente” o minimamente connesse alle arti belliche, questo per il semplice fatto che in passato, l’inizio della primavera segnava anche l’inizio del periodo delle guerre, poiché le piccole città stato e anche gli imperi più grandi come quello persiano, egiziano e romano, dovevano affrontare le azioni belliche in un momento dell’anno il più favorevole possibile, sia per la gestione logistica e  tattica che “il muovere eserciti” richiedeva.
Sia evidente quindi come la peculiarità di “Dio della guerra” non sia una caratteristica univoca ed assoluta al noto personaggio, anzi essa non è altro che una delle tante qualità e/o attributi ascrivibili al dio, se poi vogliamo soffermarci alla versione greca del dio della guerra, sarà evidente il fatto di come non sia solo Ares l’unico, vero dio della guerra, ma ne rappresenti solo la parte più brutale e violenta della stessa (da notare anche il fatto di come, la nascita e la “casa” di Ares trovi luogo in Tracia, zona considerata dagli stessi greci tra le più barbariche  e meno civilizzate), mentre aspetta ad Athena (anch’essa dea della guerra, della conoscenza e dell’artigianato) le caratteristiche più nobili della guerra, ovvero: la strategia e la tattica. Nella tradizione greca è facilmente riscontrabile degli scontri tra Ares ed Athena, notando come gli stessi finiscano sempre con la vittoria della dea nei confronti del fratello, proprio grazie all’astuzia (Metis, che ricordiamo ne è la madre), quindi sia evidente come già in tempi antichi il mito vuole l’intelletto superiore alla semplice brutalità, da qui la superiorità umana pretesa dai vari Strateghos ed Hegemon, strateghi e comandanti in capo dei vari eserciti di area Egea, quali alunni di Athena, dea della conoscenza (No, l’Athena dea della giustizia e della pace dei cavalieri dello zodiaco non vale in questo contesto).

Da simile discorso risulterebbe evidente quindi, come non sia possibile e del tutto corretto applicare il termine “arti marziali” esclusivamente in senso bellicoso e quindi nella sua accezione di arti dedite strettamente ed unicamente alla guerra, poiché non credo che voi, O moderni marzialisti del web,  abbiate abbinato allo studio delle mere tecniche di lotta, confronto o chi che sia, lo studio della strategia, della tattica e delle arti in generale, a meno che non vi consideriate dei bruti spasimanti della violenza e stancabili ricercatori di risse per il gusto delle stesse.
Ci rendiamo quindi conto che con la terminologia di Arti Marziali, non stiamo solo definendo il semplicistico metodo di combattimento e gli accorgimenti puramente  brutali degli stessi, quanto un insieme culturale molto più vasto: a Sparta, un guerriero per diventare tale doveva studiare all’agoghé musica, matematica, danza, eloquenza, tutte caratteristiche che unite alla preparazione fisica e militare dovevano formare, se non sarebbe meglio usare il termine costruire, il guerriero perfetto (pretesa quest’ultima, che la storia ci dimostrerà del tutto infantile), mi chiedo di tutte quelle persone fomentate che si riempiono la bocca affermando di praticare ad esempio il Pancrazio, se siano realmente capaci a svolgere una semplice operazione aritmetica (questo quesito rimane una semplice personale curiosità) o prodigiarsi nell’arte della retorica? In quanti di coloro che professano la cultura marziale di area mediterranea (tra cui troviamo tutti i vari ricostruttori storici marziali che vogliono farci credere di aver riscoperto le ancestrali tecniche del pancrazio o del pugilato) sono veramente coscienti di quel che vuol dire studiare le arti militari della cultura greco romana?
Lo studio delle antiche religioni può quindi far luce su un argomento a prima vista banalmente scontato, dimostrando come in realtà ci sia molto di più del semplice affermare: Arti marziali, da Marte dio della guerra. A tal proposito vorrei ricordare ai miei lettori che quella greco romana è una cultura assai moderna e a mala pena durata qualche secolo (se consideriamo il medioevo ellenico possiamo al massimo azzardare 1000/1500 anni di civiltà ellenica, mentre simile misura appare se sommiamo l’era repubblicana e quella imperiale di Roma), tempi storici di ben poca importanza se a confronto con civiltà antiche già al tempo dello stesso Leonida (per i fanatici della grafic novel) o Cesare, Civiltà come quelle assiro babilonesi, ittite, medi e ovviamente quella egizia. Se per pura curiosità vi capita di studiare leggermente queste antiche civiltà, quasi all’origine del tempo, potreste notare come quelle divinità preposte alla definizione di “dio della guerra” in realtà assumevano anche ruoli e compiti assai diversificati, per una concezione locale e ben determinata nella storiografia umana, possiamo affermare, con la dovuta cautela che la guerra di per se era ben divisa tra i compiti dei vari dei appartenenti ai diversi pantheon.
Dunque ho analizzato la comune locuzione all’origine delle arti marziali, fornendovi nuovi indizi su cui meditare, vorrei ora porre l’attenzione su un particolare, il quale, a chi tra voi sia assai scaltro sarà apparso subito evidente: Ho trattato l’argomento in chiave politeista, come si comporta la “guerra” e gli “attributi guerreschi” in chiave monoteista? All’origine dell’unico Dio sono riscontrabili le capacità guerriere?
Se volete proseguire questo viaggio insieme a me lasciate un commento al mio blog, ed eventualmente segnalatemi cosa vorresti approfondire. Sarò lieto di rispondervi.
N.B. sono certo che da questo scritto ne trarrò molti attacchi e accuse, come capita al solito su internet. Ma dato che i guerrieri da tastiera preferiscono guerreggiare premendo i tasti non mi preoccupo e quindi lo pubblico lo stesso. 

Nessun commento:

Posta un commento