lunedì 28 settembre 2015

Il condizionamento delle mani, un gioco da maestri

Pubblicato nel vecchio Blog il: 09.09.2013 12:33
Una sera di qualche anno fa mentre ero al sacco pesante, ad allenare il nostro Jik Choy (pugno verticale del Ta Fang Tao) vedo entrare in sala il nostro maestro di karate (l’insegnante con il quale collaboravo per avviare il corso di karate presso la mia associazione), il ragazzo era a testa bassa e, appeso  al collo, portava li braccio sinistro (o forse era il destro?) ingessato.
“Pinco pallino che ti è successo? Che hai fatto alla mano?” mi sono avvicinato sorpreso e quasi preoccupato per il maestro (che tra l’altro vantava un bel po’ di Dan nonostante la giovane età). Il ragazzo con fare quasi orgoglioso mi risponde: “eh, Luisse… mi sono rotto il quarto e quinto metacarpo”. Sorvolai sull’italianizzazione del mio nome, d'altronde i ragazzi moderni hanno dimenticato le buone maniere, e tentai di capire come aveva fatto… non fu una buona idea…
“ma come hai fatto? Sei caduto? Magari dalla moto o in bici?” ed Ecco uscire il super karateka stile Ryu/Ken di Street Fighter II:
“No, no… mi stavo allenando al condizionamento e siccome non l’ho mai fatto, ho riempito un sacco di sassi e gli ho dato un paio di Tsuki…”
Inutile dire che dentro, nel profondo, una grande goccia stile manga giapponese è calata sulla mia fronte… l’ho guardato malissimo, e a quel punto avrei preferito che invece di condizionare il tsuki avessi provato a condizionare il cranio… ma purtroppo non lo aveva fatto.
È mattina, infilo le mani nel mio barattolo di sabbia da una quindicina di minuti, la giornata sembra quasi tranquilla, quando dalla porta l’ombra oscura del guerriero si affaccia: è il maestro di taekwondo, con il quale collaboravo per un corso presso la mia associazione.
“Buongiorno Gieimi!” (Jaime! Per Cristo e per tutti gli Dei, è Jaime!).
“Buongiorno Pinco Pallino 2, come va? Tutto bene?”
“Si, si… sono venuto questa mattina ad allenarmi un po’ per conto mio che questo week end ho l’esame di terzo Dan…”
“ah… mbeh, allora fai bene ad allenarti”
“Senti una cosa…” ed è proprio quando un “maestro” di arti marziali ti dice così che dovresti scegliere tra il cominciare a ridere e il preoccuparti seriamente per la tua incolumità dopo aver ascoltato le stimolanti argomentazioni…
“si, dimmi…” stavo già ridendo dentro di me…
“che mi insegni a condizionare le mani? All’esame questo week end devo rompere un po’ di tavolette messe una sopra l’altra e siccome non ho mai condizionato le mani vorrei sapere se conosci qualche metodo veloce così all’esame riesco a rompere le tavolette…”
Non so voi ma io, riempirei lo zaino di sassi e tavolette e andrei in giro a lanciarli in faccia a tutti quei maestri che davanti ai propri, ingenui, studenti si vantano di chissà quali capacità, tra cui ovviamente l’avere mani dure come il marmo, ma scommetto che il primo camionista, meccanico o bracciante agricolo ha una mano certamente più potente rispetto a questi piccoli uomini pieni di Dan.
Il condizionare le mani al dolore e irrobustire le ossa attraverso una calcificazione controllata non solo è disciplina seria e difficile ma anche necessaria in molte arti marziali tradizionali. Il corpo del marzialista, con il passare degli anni diventa man mano più resistente al dolore (aumento della capacità di incassare i colpi ricevuti) questo grazie all’esercizio fisico, il quale aumenta il tono muscolare, ma anche e soprattutto alle tecniche di condizionamento proprie dei vari sistemi.
E’ comune in molti stili di origine cinese il battere ripetutamente i propri arti contro quelle di un compagno di allenamento, in questo modo si inizia ad aumentare la soglia del dolore sugli avambracci, tibie e cosce. E’ anche possibile vedere esercizi di percussione dove in modo alternato i marzialisti si colpiscono in modo controllato in diverse zone del busto e della schiena, sovente là dove i raggruppamenti muscolari sono maggiori. Per le mani il discorso è leggermente diverso, bisogna muoversi con cautela e soprattutto essere seguiti attentamente dal proprio maestro, dato che la mano conta svariate articolazioni raggruppabili in: articolazioni del polso, del carpo, del metacarpo e delle dita. Un piccolo errore della sequenza di esecuzione o dell’angolo di battitura ed ecco che possiamo sviluppare gravi danni, talvolta anche permanenti.
A seguito, con lo scopo di semplice esposizione descriverò i metodi tradizionali dello stile Ta Fang Tao per il condizionamento delle mani, la sequenza è volutamente alterata e le descrizioni limitate poiché questo metodo è appartenente al nostro stile e di certo molti ciarlatani e maestri improvvisati potrebbero appropriarsi di metodi fuori dalla loro portata e comprensione. Inoltre rammento di non eseguire nessuno di questi esercizi senza le indicazioni di un valido esperto di arti marziali e di non essere responsabile per l’uso improprio delle limitate conoscenze tecniche qui esposte.
Esercizi di battitura al sacco: sono l’insieme di esercizi di percussione con i quali si colpisce un sacco di sabbia dalle dimensioni 15x30cm, Per questi esercizi è fondamentale eseguire la corretta sequenza di battitura nonché l’angolo di impatto e allineamento articolare di tutto l’arto. L’esercizio va compiuto a giorni alterni, talvolta se necessario, lasciando diversi giorni tra una seduta e l’altra.




Esercizi di slancio del sacco: sono l’insieme di esercizi che prevedono l’oscillazione di un sacco di sabbia di peso variabile tra i 3kg e i 7kg, questi esercizi servono a rinforzare la chiusura delle dita e sono propedeutici per le tecniche di proiezione là dove è necessario afferrare l’avversario attraverso i vestiti. Il sovrallenamento con questi esercizi può causare una forte infiammazione dei flessori delle dita.



Esercizi di stretta al contenitore di sabbia: Sono l’insieme di tecniche di chiusura del pugno all’interno di un recipiente di sabbia, gaia, riso, mais o altro. Di fondamentale importanza controllare che prima dell’esecuzione non si presentino ferite alle mani dove evitare inutili infezioni.



Esercizi di battitura al libro: L’insieme di tecniche di percussione portate sulla superficie di un iniziale libro o raccolta di fogli di carta. Questi esercizi sono ideali per addestrare la corretta esecuzione delle tecniche di pugno, nonché l’allineamento dell’intero braccio. E’ inoltre possibile addestrare anche le tecniche di percussione con le dita, gomito e spalla.
Esercizi isometrici con la bottiglia di sabbia: questi esercizi vengono eseguiti mantenendo una forza costante sulle bottiglie sospese e afferrate unicamente dalla punta delle dita, è importante stare attenti ai possibili crampi provocati agli estensori delle dita.

E inoltre:                                            
Flessioni sulle dita e sui pugni, esercizi isometrici con gli anelli, esercizi di forza alla molla.
Questo piccolo elenco è solo per mettere in evidenza che la pratica delle arti marziali e dei metodi ad esse connessi non sono discipline nelle quali è possibile improvvisare e tantomeno pretendere di ottenere risultati in poco tempo. Le arti marziali necessitano di una buona dose di perseveranza e determinazione, cosa che manca in grandi quantità a molti maestri nostrani, figuriamoci ai loro allievi. Non essere parte di quella massa informe, allenati quotidianamente e segui attentamente le indicazioni del tuo maestro.
P.S. ai maestri improvvisati che leggeranno questo articolo: attenti che vi fate male da soli! Non ripetete a casa cose che non sapete e potete fare, cordialmente.

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