lunedì 28 settembre 2015

Genitori e Arti Marziali

Pubblicato nel vecchio Blog il: 17.06.2013 08:26

Quando pensiamo ai corsi di arti marziali per bambini, ci preoccupiamo unicamente del dove va a finire il proprio figlio, magari aiutati dalla mamma/papa dell’amichetto che va a fare karatè (con tanto di accento) nella palestra vicino casa. Vorrei ora raccontarvi una piccola esperienza:
Nel 2004 assistetti ad una gara di arti marziali open, presso un palazzetto dello sport fuori Roma (non chiedetemi i particolari che non ho buona memoria) quel giorno le gare iniziarono con gli incontri di combattimento dei bambini (si, bambini!) Ciò che vidi mi lasciò pensieroso, personalmente non mi piacciono le gare, trovandole del tutto inutili e diseducative, ma questo è un altro argomento sul quale magari scriverò un articolo in futuro. Sul quadrato di gara salirono due bambini con tanto di kimono (in realtà erano dei karategi, ma tutti li chiamavano kimono), fecero il saluto ai giudici, all’arbitro e tra di loro, c’era un rumore già assordante di suo ed improvvisamente l’arbitro grido agimè! All’urlo dell’arbitro seguirono tre minuti di altrettante urla, ma non quelle dei chiai dei bambini, no, quelle nemmeno si sentivano… Erano le urla dei genitori che incitavano i propri figli a: “Uccidilo!!!”, “ammazzalo!!!”, “Daje fabrì, gonfialo!!!”, “Alessà menaje!!!”. Ora, quell’episodio riuscì a rubarmi un sorriso appena accennato come penso anche a molti di voi con questa lettura, ma non vorrei soffermarmi sul ridicolo modo di incitare i propri figli di alcune persone, magari in fin dei conti lo fanno con tutta la buon’anima che hanno, vorrei solamente meditare su questo episodio e capire ciò che accade grazie alla sportività delle arti marziali.
 Le Arti marziali sono una disciplina, un modo di educare il corpo e con esso, grazie al tempo e alla pratica quotidiana, anche la mente. Molte di queste arti marziali sono piene fino all’orlo di filosofie variopinte e folkloristiche, molte di queste addirittura prevedono la memorizzazione ed elenco ad alta voce delle “regole della scuola/stile”, le quali solitamente sono a carattere etico/morali. Insomma, dietro la semplice frase: Arte Marziale si nasconde tutto un insieme di cose che vanno dalle mere tecniche da combattimento allo studio di sottili forme di pensiero, con tanto di sviluppo di una personale spiritualità. Di tutto ciò cosa ne sanno i  genitori che di buon anima iscrivono i propri figli ad un corso di arti marziali? La risposta arriva anche presto: Nei maggiori dei casi, nulla!
Per questo motivo, credo sia importante e fondamentale ai fini di una corretta trasmissione del sapere e conseguente educazione del giovane apprendista, che ogni maestro debba prima di tutto insegnare ai genitori ad essere: “genitori di un potenziale praticante di arti marziali”, poiché inevitabilmente prima o poi le azioni andranno in netto contrasto con gli insegnamenti della tradizionale disciplina, prima di insegnare ai bambini a fare kungfu, karatè o judò, bisognerebbe insegnare a molti genitori il modo migliore per poter aiutare ai bambini a ben comprendere la disciplina che stanno iniziando a scoprire. Per questo penso che un corso di arti marziali per bambini debba prima di tutto essere un buon corso di arti marziali per genitori, mostrando loro che non è necessario fomentare i propri figli, e se proprio devono, magari utilizzare un metodo di fomento più idoneo alla disciplina praticata. Poi, ovviamente se iscriviamo nostro figlio a un corso di MMA o di sport da combattimento forse in quel contesto va bene un certo tipo di fomento, anche se non ne sarei del tutto convinto.

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