Pubblicato nel vecchio Blog il: 25.09.2014 12:23
Sono un bel po’ di anni che, insegnando arti marziali, mi capita di scambiare qualche parola con quelle persone curiose le quali, per un motivo o per altro, si avvicinano e talvolta fanno anche qualche passo nel variegato mondo marziale, ed è proprio attraverso la forma più classica del dialogo, che farebbe invidia allo stesso Platone: ovvero domanda e risposta, ho riscontrato una sovrastruttura sovente ridondante.
Questa sovrastruttura, data ovviamente dall’inesperienza e spesso, dalla falsata conoscenza del mondo delle arti marziali, porta la maggior parte del pubblico a ritornare, quale malefico mantra, alla caratterizzazione e frequente definizione delle discipline marziali in base agli attributi che essi credono appartengano alle danze di Marte.
La sovrastruttura più comune riguarda l’ambito etico/morale della pratica delle arti marziali, a tal proposito è semplice notare come ad esempio i genitori*, che intendono iscrivere il proprio figlio ad un corso di arti marziali, siano orientati maggiormente ad un corso di karaté (con tanto di accento) a discapito di un corso di kungfu perché ritenuto quest’ultimo più violento, soprattutto se il bambino in questione è in una fascia di età dai 6 ai 12 anni. Frasi del genere: “Preferirei che faccia karaté perché il karaté è per la difesa, mentre il kungfu è per l’attacco.” Non solo dimostra la totale assenza di una benché minima conoscenza riguardo l’attività alla quale si sta per iniziare il proprio figlio, ma la presunzione di poter inquadrare secolari discipline in banali definizioni.

Insegnano le arti marziali il rispetto? Basterebbe farsi un giro sui forum di arti marziali, su facebook e vedere come i maestri stessi non si rispettino tra loro, come l’uno critichi l’altro, come si insultino e facciano a gara a chi è più maestro dell’altro, quindi se i maestri stessi non dimostrano rispetto, per quale strana ragione dovrei attribuire alle arti marziali la qualità di insegnare il rispetto?

Alla lista degli attributi etici morali delle arti marziali potete serenamente aggiungerne molti altri, e molto ci sarebbe ancora da scrivere, ma sono certo che un tedioso e scomodo argomento come questo non sia ben gradito ad un pubblico che ami le apparenze, passiamo quindi ai successivi attributi: Mistiche qualità.
Cosa sono le mistiche qualità? Sono quell’insieme di leggende metropolitane, simili al famoso coccodrillo di New York che girava negli anni 90 (lo ricordate?) cose del genere: invincibilità, super forza, super velocità e poteri energetici. Ora, c’è da dire che: queste leggende metropolitane sono ovviamente state create ad hoc dagli stessi maestri, che tra l’altro stanno leggendo proprio in questo momento, magari. Quindi ridiamoci su e analizziamo il nostro ventaglio di attributi.
Invincibilità. Punto, non c’è null’altro da aggiungere, semplicemente che Se fate questa arte marziale, diverrete delle macchine della morte che farebbero rabbrividire lo stesso sargente Hartman, con tanto di “faccia da guerra”. Sarete invincibili contro uno o più avversari, contro uno o più avversari armati, contro uno o più avversari armati e cattivi, armati anche con granate piene di molotov**** Fatevi un giro su un qualunque sito di arti marziali, su un qualunque forum o sui vari gruppi di faccia libro, ogni maestro affermerà che la sua disciplina è adatta a tutto e a tutti e che ovviamente loro hanno ucciso a mani nude le tigri del bengala fino a portarle sulla soglia dell’estinzione. Si, hanno sconfitto anche l’uomo nero che abitava nel loro armadio quando erano piccoli. Il messaggio è sempre lo stesso: Se fate questa arte marziale sarete invincibili, piccolo particolare: chi di noi si sia trovato a fare la scelta tra il vivere o il morire , sa che il tempo per scegliere non dura nemmeno un secondo e soprattutto sa che non esistono arti marziali né tecniche migliori di altre, oltre al semplice voler tornare a casa, vive chi ha più voglia di vivere non chi sa mille tecniche e spacca qualche mattonella alla festa della madonnina del paese.

Questa sovrastruttura induce il neofita che si appresta iniziare una disciplina marziale a credere che praticandola, diverrà più forte di prima, più veloce, il tutto senza fare troppi sforzi. Mai ci fu bugia più scandalosamente sbagliata. Piccolo particolare, se realmente si desidera acquisire forza e velocità rivolgetevi ad una preparazione atletica ad hoc, seguita da una mirata dieta alimentare, non serve a nulla fare dieci flessioni e dieci addominali mentre siete al corso di karatè, perdete solo il vostro tempo.

Quindi dovrei iscrivermi ad un corso di arti marziale in vista di questi attributi? Non farei una scelta migliore se ricercassi un attività più specifica per quella sovrastruttura che ricerco? Come per la calma interiore, non sarebbe meglio e più fruttifero iscriversi ad un corso di attività circensi? O meglio di fachirismo vero e proprio? Se voglio diventare più forte, non sarebbe più consono rivolgermi ad un corso di pesistica, dove la mia forza aumenterà in modo evidente e misurabile?
Personalmente, quando ascolto la definizione di arti marziali in base agli attributi che le persone credono siano propri di esse, capisco il perché è cosa buona e giusta insegnare a pochi e solo ai meritevoli.
Note
*Il dato riguarda una personale statistica sperimentale negli anni.
** E qui i linguisti nipponici mi attaccheranno in massa, ahahahaha.
***Io per primo.
**** già granate piene di molotov, ma per Cristo e per tutti gli déi!
*****Mi vergogno solo di averlo scritto, figuriamoci quando lo sento dire ai genitori e talvolta anche agli stessi maestri.
Nessun commento:
Posta un commento