lunedì 28 settembre 2015

Sulle Cadute

Pubblicato nel vecchio Blog il: 01.07.2013 16:38
Nel quotidiano, durante l’addestramento delle tecniche marziali, si focalizza spesso lo studio e interiorizzazione delle tecniche unicamente di attacco e difesa (soprattutto a livelli di bassa esperienza). Talvolta si può vedere in quei corsi più o meno seri come i maestri incitino i propri allievi ad essere efficaci utilizzando unicamente le micidiali mosse come i colpi alla gola, le dita agli occhi o i calci alle… All’inguine. Le persone medie, con le quali i maggiori gruppi di studio vengono formati: casalinghe, giovani ragazzi quindicenni, ragazze e ragazzi universitari, qualche lavoratore stressato, e anziani alla ricerca dell’eterna giovinezza grazie al Chi, prendono per oro colato ciò che il proprio maestro (spesso auto investito di tale qualità, più raramente investito dallo spirito santo) tenta di infondere in loro: la sbagliata consapevolezza che siano in grado di difendersi da qualunque attacco e in qualunque momento, semplicemente allenando in un ambiente sicuro come quello del proprio DojoKwon queste semplici mosse di attacco/difesa. Un addestramento del genere, ha come risultato praticanti convinti di un invincibilità che nella realtà non esiste, condizionando una progenie di altezzosi sportivi, nonché filosofi delle arti marziali, che l’unica cosa che riescono a fare bene è sopravalutare se stessi in ipotetiche situazioni di rischio, dove ovviamente immaginano di reagire alla Brusli. La dimostrazione di tutto ciò sta anche nel semplice fatto di vedere come molti di questi studenti allenati al Vero Combattimento (con tanto di “V” maiuscola), non sappiano nemmeno cadere, procurandosi gravi danni a livello articolare, morale e (speriamo) mentale.
Ora l’addestramento alle arti marziali, supera la semplice elaborazione del programma di studio: Attacco/difesa, questo, immagino, dovrebbe essere ovvio a chi nel settore dice di avere un minimo di esperienza, e apparire quasi enigmatico ai novellini i quali credono basti fare i kata/taolu per diventare forti (in cosa? solo loro lo sanno).
Una di quelle tecniche di contorno, che dovrebbero far parte del proprio programma di studio è proprio quella di cadere, ma non solo! Saper cadere… e forse, saper cadere contrattaccando!!!
Quante volte vi è mai capitato, durante il vostro allenamento, di eseguire un bel calcio, magari anche tecnicamente pulito e esteticamente bello, il quale viene non solo parato dal vostro compagno/avversario, ma addirittura agganciato? Vi è mai parsa in testa la possibilità che quel vostro compagno non fossi così buono e almeno ci provi a buttarvi giù? Quando si è alle prime esperienze in un contesto di sparring leggero, con degli avversari che sono non solo amici propri, ma anche compagni di corso, si tende solo a sorridere e a fare qualche battuta, ma pensateci,  a quel punto, in quel momento, se il combattimento fosse reale, sarebbe già finito! E di certo non vi troverete a sorridere o a fare battute.
Da tutto ciò un semplice consiglio, quello di dedicare un minimo di tempo allo studio delle tecniche di caduta, là dove il vostro efficacissimo stile non preveda tale banale tecnica, cercate possibilmente di colmare quel vuoto, di certo vi risulterà utile prima o poi, almeno non vi farete male da soli cadendo! E magari, se sarete bravi avrete anche la possibilità di evolvere il combattimento stesso ottenendo un'altra chance, per chi invece sia ancora convinto che non sia necessario imparare a cadere, mbeh… Vai avanti così, sei veramente il meglio!

2 commenti:

  1. Sono d'accordo quasi su tutto, imparare a cadere per non farsi male è sacrosanto ma privilegiare la caduta come punta sublime delle arti marziali per fare scena e spettacolo no. Si vedono persone fare dei voli, peraltro bellissimi senza che il tori nemmeno lo ha sfiorato senza riflettere che se io sono determinato a farti male, nel tempo che tu rotoli elegantemente sia in avanti che all'indietro ti sono già sopra per finirti (ipoteticamente ovvio)

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    1. Salve, grazie del commento. Come ha ben evidenziato, un conto è l'espressione artistico/atletica della tecnica e ben altra cosa la sua "applicazione" marziale/strategica nel reale.

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